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L’AZERBAIGIAN, UN MODELLO DI TOLLERANZA RELIGIOSA

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L’AZERBAIGIAN, UN MODELLO DI TOLLERANZA RELIGIOSA

Per celebrare la nascita a Levico Terme (Tn) del primo Centro Studi in Italia dedicato all’Azerbaigian, si è svolto il 21 maggio a Trento un interessante e molto partecipato incontro dal titolo “Un modello di tolleranza religiosa: l’Azerbaigian”.
Sono intervenuti S.E. Vaqif Sadiqov, ambasciatore della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia, Fernando Orlandi, fondatore del Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale, Giovanni Bensi, autore del libro “Le religioni dell’Azerbaigian”, Carlo Frappi, autore dei libri “Azerbaigian crocevia del Caucaso” e “Azerbaigian energia per l’Europa”.
L’Azerbaigian, che tra gli Stati del Caucaso Meridionale è il più esteso e popoloso, riveste un’importanza strategica negli assetti geopolitici attuali, sia per la sua posizione geografica, che per la ricchezza del sottosuolo.
Ritornato indipendente nel 1991, oggi il Paese caucasico, secondo le parole del suo Ambasciatore, sembra più orientato a sposare una politica filo-occidentale, che metta ai primi posti la collaborazione con UE e NATO. L’Italia comunque, può godere di una posizione privilegiata nei rapporti con la Repubblica caucasica, essendo il suo primo partner commerciale (6 miliardi di dollari il volume di affari). Nel 2018 grazie alla nascente Trans-Adriatic Pipeline, l’Azerbaigian diventerà anche il principale fornitore di gas all’Italia. Nel suo intervento, Vaqif Sadiqov non poteva non soffermarsi su quella che è una ferita aperta nel cuore del suo Paese, ossia la questione del Nagorno Karabakh, una delle regioni contese con l’Armenia, contesa che sfociò in un sanguinoso conflitto nel gennaio 1992.
In seguito Carlo Frappi ha tratteggiato le peculiarità strategiche dell’Azerbaigian, ricchissima di petrolio e di gas, oltre che geopoliticamente cruciale, stretta com’è tra tre grandi Imperi della Storia, quello Persiano, quello Ottomano, e quello Sovietico.
L’intervento principale per quello che riguarda il tema dell’incontro, ossia l’aspetto multiculturale e multireligioso dell’Azerbaigian, lo ha tenuto Giovanni Bensi, che ha affrontato molto approfonditamente la questione nei suoi studi. L’Azerbaigian, come si diceva, è un vero e proprio crocevia di civiltà, di influssi culturali e religiosi. L’influenza di vicini così importanti come Turchia e Iran sono ancor’oggi riscontrabili nella lingua, molto simile a quella turca, e nella religione maggioritaria, quella islamica, a maggioranza sciita. Ma non mancano componenti religiose ortodosse, cattoliche, sunnite e perfino ebraiche.
Laica per costituzione, quella azera è una Repubblica che quindi al suo interno consente la più ampia libertà confessionale, garantita costituzionalmente.
L’intervento di Bensi si è poi concentrato su quella che è una figura molto importante per il mondo islamico, ma per il dialogo inter-religioso più in generale, ossia lo Sheykh-ul-Islam, Allah Shukur Pasha Zade, prima autorità religiosa ad organizzare un evento di dialogo inter-religioso sulla tragedia del Nagorno Karabakh.
Questi sono solo alcuni degli aspetti emersi da questo interessante incontro, che ha fatto conoscere più da vicino gli aspetti di grande tolleranza e convivenza pacifica tra le varie confessioni, che questo Paese sa offrire.


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